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Lontano - 1 racconto di 10+1 viaggi


 Il sottotitolo di questo libro “Dieci viaggi che cambiano la vita” fa capire molto bene cosa ci si può aspettare da un testo di appena 170 pagine.

Infatti la cosa più curiosa ed interessante è che l’autore in poco più di 15/20 pagine per capitolo descrive ogni volta un viaggio in un Paese o a volte più Paesi e riesce comunque a trasmettere il sapore di questi giri, di queste nazioni fatte di posti, persone ma soprattutto di esperienze che, come più volte ripete Gracis, danno un senso al vivere intero.

Tutti i racconti di viaggio contenuti sono brevi, a volte possono sembrare anche frenetici senza sosta, ma secondo me è una cosa voluta. Nel senso che l’autore ha compiuto viaggi enormi macinando chilometri ogni volta in pochi giorni ed ha voluto trasmettere questa frenesia lasciando di volta in volta spazio a cose o eventi secondo lui degni di essere raccontati. Insomma io ho ritrovato in questo libro lo stesso spirito che può esserci nel racconto che un amico può fare dopo un bel viaggio. Questa spontaneità è di certo il punto di maggior forza del libro ed è per questo che lo consiglierei.

Sono sicuro che un libro così può far storcere la bocca a molti “puristi” della letteratura di viaggio, ma la sua semplicità e schiettezza per me sono il suo punto di forza.

I racconti dei viaggi sono in ordine cronologico e partono da un mitico Coast to Coast negli USA del 2008 fino ad arrivare ad un viaggio in Central America, l’ultimo dell’elenco; nel mezzo abbiamo davvero giri in tutto il mondo dal Giappone, al Cammino di Santiago o da Machu Picchu all’Himalaya. Sono viaggi che chiunque vorrebbe fare e che rappresentano il desiderata di qualsiasi viaggiatore, perciò da una parte incuriosiscono chi non avendo mai percorso quelle strade vorrebbe farlo e dall’altra sicuramente fanno rivivere determinate emozioni a chi in quei posti c’è già stato.

Il bello di questi racconti è che sono scritti in maniera semplice e diretta e questo mi ha fatto apprezzare ogni singola pagina di questo libro.

I viaggio che Gracis racconta nel libro

Probabilmente sono le cose che io stesso vorrei (e proverei) a scrivere sul mio diario se andassi in quei posti. Altra cosa che mi ha stupito è che questi viaggi non sono mai in solitaria, tranne forse uno, il Cammino di Santiago in bici. Infatti l’autore si accompagna sempre con un ristretto gruppo di amici (uno massimo due) e spesso nel corso degli anni i suoi compagni di viaggio sono gli stessi. Questo mi ha fatto pensare che forse anche la compagnia giusta ed un buon amico possono essere un ottimo stimolo per organizzare viaggi ed avventure periodicamente.

Nel viaggio, come in generale nella vita, le compagnie fanno molto e questa è un’altra lezione che si può apprendere dalle esperienze di viaggio di Matteo Gracis. Ottimo appunto per la prossima vita o da lasciare in eredità a chi verrà dopo.

I racconti poi sono così serrati che spesso leggendo, nonostante tutto l’impegno, la mia mente partiva per la tangente, immaginando viaggi fatti o desiderati, questo per me dà prova della forza narrativa del libro che trasmette in ogni riga il fascino del viaggiare e fa proprio venire una gran voglia di fare lo zaino ed andare.

L’autore nel lasciare alcune considerazioni per ogni viaggio spesso riporta citazioni che non banalizzano mai, ma invece impreziosiscono. Anche così è riuscito a fare colpo su di me che sono un amante delle belle frasi dette al momento giusto.

Chiudo elencando la mia top3 dei 10 viaggi raccontati nel libro, anche se davvero difficile perché sono tutti viaggi che farei:

  • Himalaya, un racconto che regala al lettore delle fantastiche “cartoline commentate” degne di un buon libro di viaggio. Il racconto di questi spazi ampi e naturali mi ha fatto spesso partire con la fantasia durante la lettura. Forse in questo più che in tanti altri ho sentito però la mancanza di qualche foto (anche in bianco e nero) a corredo.
  • Machu Picchu e Sud America, un viaggio on the road frenetico, quasi un fast food dei viaggi, ma i posti e le situazioni descritte non possono che lasciare un’incredibile voglia di andare in Latin America. A differenza dell’autore credo che mi concentrerei solo su una piccola parte del suo itinerario, dato che qualsiasi parte del giro descritto merita comunque il prezzo del biglietto e la traversata di mezzo mondo.
  • Transiberiana, questo viaggio in treno, tra i più famosi al mondo, purtroppo è al momento proibitivo per un occidentale e questo fa capire in che tempi pazzi viviamo. L’autore trasmette la varietà che si può trovare in un Paese vasto come la Russia e credo, tra le righe, voglia comunicare che per avere un‘opinione su qualcosa ognuno dovrebbe vedere tutto con i propri occhi e non prendere sempre per buono quello che si dice o che è comune nella cultura popolare occidentale (nel nostro caso). Pensiero che condivido.

Chiudo con un proverbio Masai che lascia l’autore e che dovrebbe essere un mantra per tutti ed in primis per un uomo a cui piace viaggiare:

“Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”

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