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Notte Oscura. Una vera storia di Batman

 


Quando ho iniziato a leggere “Notte Oscura. Una vera storia di Batman” di Paul Dini ed Eduardo Risso, mai avrei pensato che ci avrei scritto su, ma mi sono ritrovato tra le mani un fumetto talmente originale che non ho potuto non spendere due parole.

È una storia di Batman atipica perché l’autore, noto per aver partecipato alla creazione della serie degli anni 90 di Batman a cartoni animati della Warner Bros., qui narra parte della sua vicenda umana personale e di come i personaggi dei fumetti nella sua vita l’abbiano accompagnato nel bene e nel male.

Ne scrivo perché questa storia è dedicata a tutti noi, amanti dei fumetti che leggono di eroi per trovarne ispirazione e conforto, per immaginare con il grande potere della fantasia come sarebbe avere al fianco nelle difficoltà un eroe ed immaginare quale potrebbe essere il suo consiglio per noi. È una storia sul potere dell’immaginazione e su come i nostri eroi ed i nostri ideali possano ispirarci e quindi passare dal nostro profondo io ad influenzare il nostro mondo esterno. Quindi la forza dell’immaginazione non come una gabbia per scappare dalla realtà, ma come uno stimolo per cambiare ciò che non ci piace e di farlo seguendo i nostri migliori principi.

(Dini con alle spalle il suo Batman animato)

L’evento centrale del fumetto racconta della sera in cui Dini fu assalito e brutalmente picchiato. Con
svariate ossa rotte e il volto a pezzi, lo sceneggiatore attraversò un difficile percorso di convalescenza, ostacolato dalle buffonate immaginarie dei criminali di cui aveva scritto per la televisione, inclusi Joker, Harley Quinn e Pinguino. Tuttavia, a dispetto di quanto fossero tristi le circostanze o forse proprio per quello, Dini immaginò anche che Batman fosse dalla sua parte a incoraggiarlo nei momenti più bui.

Come dicevo la cosa che più mi ha colpito in questo fumetto è il potere dell’immaginazione, che proprio nei soggetti più deboli può essere un rifugio per sfuggire a un'infanzia difficile, a un'adolescenza problematica, alle difficoltà della vita, fino a diventare un laboratorio per inventare un mondo diverso o una realtà nuova.

E fare in modo che attraverso la nostra immaginazione si riesca a vedere la realtà in maniera diversa e che questo consenta di trovare il coraggio di affrontare le sfide della vita. Ed è proprio ciò che è accaduto allo scrittore di questa storia che in queste pagine mette in scena il suo personale viaggio all'inferno, andata e ritorno.

Quindi per me il personaggio di Dini stesso rappresenta una metafora di tutti noi amanti dei fumetti, che nei momenti difficili abbiamo avuto questi personaggi sempre presenti a tenderci la mano per farci rialzare ed infonderci coraggio.

Per chiudere voglio riportare una parte delle parole che fanno da introduzione al fumetto scritte da Matteo Bussola, perché ahimè non riesco ad esprimere lo stesso concetto, che condivido, con parole migliori:

"Ecco che cosa ci insegna Paul Dini, raccontandoci con un'intensità unica la sua "notte oscura": a rialzarci ogni giorno, a rifiutarci di essere vittime, a riemergere dalla nostra caverna prima che diventi solo una cuccia calda. Perché la vita è una roba difficile che può essere affrontata meglio se consideriamo l'immaginazione non un riparo, ma un addestramento, il superpotere che ci servirà per cambiare le cose. Se diventa uno sguardo per dire all'esistente: non mi vai bene così come sei, puoi essere meglio di così. Posso esserlo anch’io.

Ecco ciò che ci insegnano da sempre le storie di Batman, soprattutto nelle mani degli scrittori più abili: che la maniera più potente di cambiare il mondo è quella di accogliere il nostro dolore, e farne opportunità per cambiare prima di tutto noi stessi.

Solo così potrà funzionare.

Solo così potremo ricordarci che l'eroe più importante per il nostro presente, e per il nostro futuro, vive nascosto dentro di noi. Nella nostra oscurità.”

(L'ultima pagina del fumetto)

 

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