Ho appena terminato di
leggere "Klara e il sole" di Kazuo Ishiguro e, dopo aver chiuso la
lettura dell'ultima pagina, sono rimasto fermo per qualche minuto pensando a
tutte le riflessioni ed i pensieri che questo testo mi ha lasciato dentro.
L'ho trovato un libro
meraviglioso, attuale e moderno, ma che, allo stesso tempo, analizza tematiche
vecchie quanto l'uomo, cioè relazioni, amore e sentimenti in generale.
Il libro è ambientato in un futuro prossimo in cui i robot sono diventati come "persone di compagnia" per bambini o adolescenti e li aiutano a sviluppare la socialità in un mondo in cui questa è quasi azzerata dato che i ragazzi frequentano la scuola da remoto e si vedono molto raramente.
Addirittura, si arriva ad
organizzare incontri tra ragazzi per aiutarli a sviluppare un minimo di capacità
relazionale altrimenti del tutto assente.
Siamo in un futuro che si
percepisce soltanto tra le righe del testo, non si parla mai direttamente di
come si è evoluta la nostra società, le uniche cose che si intuiscono sono:
- i ragazzi vengono
"potenziati" attraverso un processo che, pur mettendo a rischio la
loro vita, li dà la possibilità di portare al massimo le loro capacità
intellettive. La scelta di intraprendere la rischiosa strada del potenziamento viene
presa dai genitori;
- si capisce anche se
indirettamente che nel mondo esistono gruppi di ribelli che hanno scelto di
fare una vita fuori da questo tipo di società e che vengono definiti incivili e
violenti;
- esistono robot umanoidi talmente sviluppati dal punto di vista emotivo, intellettuale e relazionale da poter essere utilizzati come "esseri" da compagni per i più giovani ed addirittura sostituire con il loro rapporto la vita sociale con altri umani.
Fatta questa premessa per inquadrare meglio la storia, posso continuare.
La cosa che fa più riflettere è che questi robot sono talmente sviluppati da arrivare quasi a provare emozioni come soddisfazione, felicità, tristezza o delusione e già questo pone una prima riflessione: se si crea un essere artificiale così evoluto è ancora corretto trattarlo come un gioco o un oggetto?
Già questo è un bel
quesito e ci si riflette sicuramente nel finale del libro quando si ritrova
Clara, abbandonata in quella che sembra essere una discarica, che passa le sue
giornate rivangando i ricordi dei bei momenti passati con la sua famiglia.
Altro tema importante è
quello del concetto di amore, interpretato sia dal robot che dal punto di vista,
a volte bislacco, degli umani.
Il punto principale è
questo: è possibile che un robot così evoluto possa “imparare il cuore” di un
altro essere umano talmente bene da poterlo in tutto sostituire, immaginando
anche di avere le stesse sembianze di questo essere umano?
Quindi, un padre o una
madre possono arrivare a credere che, perdendo una figlia, possano sostituirla
con robot che seppure ben fatto ha dei limiti? Questa domanda mi ha sconvolto ed
ancora di più la risposta che danno i protagonisti umani e cioè che forse sì, è
possibile se si è disperati.
Quindi Ishiguro prospetta
all'uomo un futuro emotivamente povero dove la socialità, l'amore e le
relazioni umane sono azzerate o perlomeno falsate.
La migliore risposta a
questo quesito arriva invece sul finale proprio dalla stessa Klara (ed anche questo
è tutto dire), che, anche se inizialmente si era detta possibilista sul
replicare la bambina protagonista del libro, nel finale dice:
"... ma adesso credo
che non cercasse nel posto giusto. C'era invece qualcosa di molto speciale, ma
non era dentro Josie. Era dentro quelli che l'amavano. Ecco perché ora credo
che mr. Capaldi si sbagliasse e che io avrei fallito. Perciò sono contenta
delle mie decisioni."
Insomma, è sicuramente un
libro sull'amore e sempre riguardo l'analisi del sentimento "amore"
ci sono almeno altri due punti del libro che mi hanno colpito e fatto pensare.
Il primo episodio ed
anche il più emozionante per me è quando uno dei due giovani protagonisti
"umani" da adulto e ripensando al rapporto che aveva da bambino ed
adolescente con la sua amica Josie, un rapporto che poteva essere la cosa più
vicina all’amore per quell’età, dice a Klara che, anche se ora sono distanti,
sanno che quell'amore era vero e che lo porteranno sempre dentro, ricercandolo
in futuro in altre relazioni.
Il secondo è invece
all'inizio del libro quando Klara, ancora dalla vetrina del negozio, vede per
strada una coppia di anziani che si rivede dopo tanto e si abbraccia in lacrime
dalla felicità.
Forse proprio dopo
un'intera vita di distanza, come quella che toccherà ai due bambini Josie e
Rick. Questo è il primo contatto per Clara con l'amore umano. E la scena, per
lei nuova la turba e la fa riflettere sulle emozioni umane che illogicamente
possono far convivere felicità, tristezza ed amarezza allo stesso tempo. Questo
le rende fantastiche ed allo stesso tempo uniche.
Insomma, per concludere in questo libro la lettura scorre veloce e gli eventi raccontati sono quotidiani, non c'è nulla di eclatante, nessun colpo di scena ma dentro questa lettura ci sono questioni fondamentali, di quelle che almeno a volte bisogna trattare e Kazuo Ishiguro lo fa con garbo e gentilezza.
PS: dopo la lettura di
questo libro ho messo nella mia lista dei libri da leggere altri due di
Ishiguro, che leggendo sul web sembrano essere simili per intensità e tematiche:
"Quel che resta del giorno" e "Non lasciarmi", di certo mie
prossime letture.
Comments
Post a Comment